Una domanda che in giovane età ci siamo fatti più o meno tutti è stata: “Quale lavoro voglio fare?” o “Che lavoro fa per me?”
La risposta, il più delle volte, ci ha lasciato comunque con il dubbio di poter fare la scelta sbagliata.
Ti è capitato?
Ti sei chiesto perché?
Prima di condividere il nostro pensiero vorremmo fare un passo indietro.
Lo stereotipo del lavoro giusto per me
Cosa facciamo di solito per capire qual è il lavoro per cui siamo più portati?
Le possibilità sono numerose: chiediamo a un parente, a un amico, a qualcuno che già fa quella professione, oppure chiediamo al “dott.Google” (quest’ultimo probabilmente è anche il modo in cui sei arrivato a leggere quest’articolo).
C’è chi invece è più pratico e basa la sua scelta sul tasso d’occupazione di una professione o quanto questa professione lo possa far guadagnare oggi e in futuro.
E non finisce qui!
Un’altra categoria è quella di chi vuole lavorare girando il mondo e postare foto dalle piscine di Dubai e Bali. Per loro internet è pieno di suggerimenti molto efficaci dati da guru con strani nomi italoamericani che hanno sempre “LA RISPOSTA GIUSTA per te”.
L’elenco dei modi giusti per rispondere alla domanda ”che lavoro fa per me” potrebbe terminare qui (e tu che leggi saresti giustamente deluso), ma noi crediamo ci sia un’altra via per capire che lavoro fare.
Un percorso (ahimè) più lungo e più profondo, ma che si allontana dalle soluzioni preconfezionate – veritiere come le foto dei panini nei più famosi fast food – e dallo scopo di esaudire i sogni di massa.
Cosa conta davvero?
Perché la verità è che non è tanto il tipo di lavoro che farai a renderti più o meno felice, ma il modo con cui ti approccerai al mestiere che scegli.
Infatti, qualsiasi sarà il lavoro, che sia lo stesso per tutta la vita o che tu ne voglia cambiare uno ogni anno, dovrai preparati ad accogliere insieme ai tanti momenti felici e sereni altrettanti momenti di stress e rabbia.
Conosco persone che fanno gli avvocati e sono tristi e altre che vendono fiori e sono piene di felicità.
Ragazzi che lavorano nel marketing e vivono con entusiasmo ogni ricerca, analisi e strategia che creano e altri, con lo stesso ruolo, frustati dal loro lavoro.
Conosco gente che amava il suo lavoro e dopo pochi mesi l’ha cambiato; altra gente che invece iniziato ad apprezzarlo solo dopo anni.
Soft skill, emozioni e lavoro
Tutto funziona in base a quanto le nostre scelte sono vicine alle nostre emozioni e ai nostri interessi: a chi siamo, per davvero.
Se le nostre scelte sono una conseguenza dei nostri pensieri, la prima cosa su cui possiamo agire sono questi; non per cambiarli, ma per comprenderli.
Perché in un mondo in continua evoluzione e sempre più difficile da seguire, sarà la consapevolezza di noi stessi l’unico driver solido da cui partire.
La diretta conclusione di questo ragionamento può condurre a pensare che non ci sia un suggerimento univoco da dare per rispondere alla domanda ”che lavoro fa al caso mio”.
Per questo abbiamo scelto di costruire un test che dà la possibilità di ricevere suggerimenti che si basano sugli interessi di ogni persona.
Andando infatti ad analizzare punti di forza e punti di crescita, questo test costruisce dei suggerimenti personalizzati che permettono di scoprire quali sono questi punti e come migliorarli, suggerendo infine le carriere e i percorsi più in linea con il profilo trovato.