Come un nuovo assessment a immagini cambia il modo di valutare le soft skill
Il 28 maggio 2025 si è svolta a Milano, presso il Talent Garden Calabiana, l’edizione annuale di EggupLAB, l’evento promosso da Eggup per esplorare le connessioni tra innovazione, tecnologia e sviluppo delle competenze umane. Quest’anno abbiamo messo al centro della scena una delle sfide più interessanti per i professionisti HR: valutare l’intelligenza emotiva in modo innovativo, affidabile e coinvolgente.
La nostra ricerca, condensata nel whitepaper “Oltre le parole: integrare l’AI nella valutazione delle competenze”, ha dato vita a un nuovo strumento di assessment basato su immagini generate dall’intelligenza artificiale: un esperimento pionieristico che porta la valutazione delle soft skill su un piano visivo, immediato, e soprattutto immersivo.
Perché valutare l’intelligenza emotiva oggi è più urgente che mai
In un’epoca in cui l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno ridefinendo le professioni, le competenze emotive non sono più un “nice to have”, ma un vero e proprio differenziale competitivo.
Capacità come l’empatia, l’autoconsapevolezza, la gestione delle emozioni e l’intelligenza sociale sono oggi competenze imprescindibili per affrontare le sfide del mondo del lavoro contemporaneo. La loro importanza si manifesta in modo trasversale in molteplici ambiti. Sono fondamentali per costruire ambienti di lavoro più inclusivi, in cui le persone possano collaborare in modo autentico, sentirsi ascoltate e valorizzate.
Allo stesso tempo, queste competenze permettono di affrontare con maggiore lucidità e resilienza i cambiamenti organizzativi e le situazioni di crisi, che sempre più spesso richiedono risposte rapide ma umane.
In contesti in cui la leadership è sempre meno gerarchica e sempre più diffusa, poi, l’intelligenza emotiva diventa una leva cruciale per guidare team in modo ispirante, creando fiducia e coesione. La capacità di riconoscere e regolare le proprie emozioni e di comprendere quelle altrui contribuisce a migliorare sensibilmente le performance, sia individuali sia collettive. Favoriscono dinamiche relazionali più fluide, una comunicazione più efficace e una maggiore motivazione all’interno dei gruppi di lavoro.
Tuttavia, l’intelligenza emotiva resta una delle dimensioni più difficili da misurare nei contesti HR. I metodi tradizionali, spesso basati su domande dirette o autovalutazioni, rischiano di produrre bias, risposte socialmente desiderabili o scarsa profondità.
La nostra scommessa è stata questa: cosa succede se invece di chiedere, mostriamo?
Dalle parole alle immagini: un nuovo modo di fare assessment
Il nostro tool di assessment parte da una premessa semplice quanto potente: le immagini evocano emozioni in modo più diretto e genuino delle parole. Attraverso scenari generati dall’AI, sottoponiamo i partecipanti a una serie di immagini rappresentative di situazioni emotivamente cariche o relazionalmente complesse.
Il task non è valutare la frequenza con cui si prova una determinata situazione emotiva o relazionale rappresentata nell’immagine. Questo tipo di scelta richiede un’attivazione più profonda delle competenze emotive e, nel contempo, riduce il rischio di sovra-razionalizzazione o risposta strategica.
Questa metodologia consente di:
- Attivare processi decisionali più intuitivi: Quando una persona si trova di fronte a un’immagine, piuttosto che a una domanda, è chiamata a reagire in modo immediato, coinvolgendo processi cognitivi ed emotivi più profondi e meno razionalizzati. Questo consente di accedere a risposte meno filtrate, più spontanee, che rivelano inclinazioni e modalità di pensiero difficilmente rilevabili con strumenti standard.
- Cogliere sfumature emotive non verbalizzabili: Le immagini, per loro natura, attivano simboli, associazioni, ricordi ed emozioni che non sempre emergono in un linguaggio esplicito. In questo modo, il test visivo consente di accedere a un livello più sottile e autentico dell’esperienza emotiva dell’individuo, andando oltre le risposte “giuste” e intercettando ciò che è profondamente sentito.
- Ottenere dati più autentici e coerenti con il comportamento reale: Mentre in un assessment tradizionale il partecipante può essere tentato di fornire risposte socialmente desiderabili o costruite, la stimolazione visiva attiva risposte più genuine e meno controllabili. Questo porta a risultati che riflettono con maggiore precisione le predisposizioni emotive e relazionali della persona nel contesto lavorativo, offrendo insight più attendibili per i processi di sviluppo o selezione.
Infine, l’interfaccia immersiva e visiva rende l’esperienza di assessment coinvolgente e accessibile, anche per chi ha background culturali o linguistici diversi. Un vantaggio cruciale nei contesti aziendali sempre più globalizzati.
Quando l’intelligenza artificiale osserva l’intelligenza emotiva
Uno dei punti più delicati della nostra ricerca è proprio il rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza emotiva. È possibile che una macchina aiuti a misurare – o addirittura stimolare – la dimensione più umana delle competenze?
La risposta non è un semplice sì. È un sì con condizioni. L’intelligenza artificiale non sostituisce l’empatia umana, ma può diventare un amplificatore della nostra capacità di osservazione, se guidata da principi solidi e finalità etiche.
Nel nostro caso, la generazione delle immagini non avviene in modo casuale. Ogni visual viene calibrato in base a dimensioni psicometriche, correlate a comportamenti osservabili e validati scientificamente. L’AI non interpreta le emozioni: genera stimoli in grado di attivarle e permette all’utente di posizionarsi rispetto a esse.
In questo senso, la tecnologia non si sostituisce al giudizio umano, ma crea un contesto aumentato, dove la riflessione sul sé e sulle proprie competenze emotive può emergere con maggiore chiarezza.
Quali implicazioni per HR e formazione?
L’introduzione di uno strumento di assessment visivo e AI-based apre nuove possibilità per i dipartimenti HR, soprattutto in tre aree chiave:
- Selezione del personale: In fase di recruiting, questo approccio permette di identificare profili con elevata intelligenza emotiva senza ricorrere a test invadenti o poco efficaci. Può diventare una risorsa preziosa per selezionare ruoli manageriali o customer-facing.
- Sviluppo e formazione: Il report derivante dall’assessment può fungere da base per percorsi formativi personalizzati, focalizzati su aree di crescita come empatia, gestione dello stress o consapevolezza sociale.
- People analytics: Inserito in una logica di HR data-driven, questo strumento consente di rilevare pattern organizzativi e potenziali aree di rischio legate al benessere emotivo, alla comunicazione interna o al turnover.
EggupLAB 2025 ha segnato un punto di svolta, ma la nostra ricerca è solo all’inizio. Il nostro obiettivo è costruire strumenti semplici da usare ma fondati scientificamente, che possano davvero aiutare HR manager e formatori a lavorare meglio, con dati più affidabili e insight più profondi.
In un mondo del lavoro che cambia rapidamente, serve una bussola che non solo misuri, ma comprenda le persone. E questa bussola passa anche dalle immagini.
Vuoi scoprire come funziona il nostro nuovo assessment e quali scenari abbiamo esplorato?
Scarica il whitepaper completo “Oltre le parole: integrare l’AI nella valutazione delle competenze” per approfondire la nostra ricerca e scoprire come puoi portarla nella tua azienda.






