Ieri, presso la Sede GIubileo dell’Università LUMSA, si è svolto l’evento “Adattabilità: verso il futuro del lavoro” a chiusura della seconda edizione di EggupLAB, il nostro laboratorio sulle soft skill.
Durante la prima edizione, abbiamo indagato più a fondo il tema della multipotenzialità e delle soft skill correlate a questo concetto. In questa seconda edizione, invece, abbiamo voluto spingerci ancora oltre, attraverso la creazione di un assessment e la sua validazione scientifica.
Ma perché abbiamo deciso di indagare proprio il tema dell’Adattabilità?
L’origine del tema
Dal rapporto dell’Osservatorio Zucchetti HR che ha coinvolto oltre 1200 aziende e si è focalizzato sugli attuali trend che coinvolgono il mercato del lavoro, sono emerse alcune soft skill strategiche mancanti nel contesto aziendale, su cui sarebbe opportuno investire. Tra queste, si è rivelata particolarmente significativa l’adattabilità.
In particolare, l’edizione 2024 del report dell’Osservatorio rileva che l’88% delle aziende intervistate attribuisce un alto valore alla capacità di adattamento, dato che riflette il contesto VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity & Ambiguity) per cui le risorse devono continuamente adattarsi alle molteplici sfide interne ed esterne.
Questi dati confermano il trend sempre maggiore dell’importanza dell’adozione di un approccio skill-based, secondo cui a emergere sono le competenze delle persone, piuttosto che i loro titoli di studio. Questo approccio favorisce anche le iniziative di upskilling e reskilling fondamentali per la crescita individuale e il successo aziendale. Ed è sempre per questo motivo che, per la seconda edizione di EggupLAB, abbiamo deciso di indagare proprio l’adattabilità, una delle soft skill chiave per il futuro del lavoro.
Adattabilità: definizione
L’Adattabilità è una soft skill cruciale che si riferisce alla capacità di un individuo di modificare il proprio comportamento, atteggiamento e pensiero in risposta a nuove situazioni, cambiamenti ambientali e contesti imprevedibili. Secondo la definizione degli studiosi Ployart e Bliese (2006), l’adattabilità è “la capacità, l’abilità, la disposizione, la volontà e/o la motivazione di un individuo di cambiare o adattarsi a diverse caratteristiche del compito, sociali e ambientali”.
L’interesse per l’adattabilità ha origini negli anni Ottanta, con importanti contributi nel campo della biologia, come quello di Gould nel 1989. Si è osservato che piccole variazioni genetiche possono influire significativamente sulla capacità degli organismi di adattarsi a ambienti in cambiamento, con alcuni che riescono a farlo con successo e altri no. Questo principio è applicabile anche alle scienze sociali, dove l’adattabilità è vista come fondamentale per l’adeguamento efficace alle trasformazioni sociali e lavorative. Diversi studiosi nel campo della psicologia del lavoro, infatti, hanno esaminato come le organizzazioni e i loro dipendenti devono affrontare notevoli pressioni ambientali che richiedono un adeguamento adattivo.
L’adattabilità sul lavoro
L’Adattabilità è una delle soft skill più ricercate nel mondo del lavoro di oggi. In un mercato in continua evoluzione, la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti è essenziale per il successo professionale. Le persone adattabili, infatti, possono affrontare con successo le incertezze e le sfide, rimanendo produttive ed efficaci anche in condizioni di stress elevato.
Per questo motivo, le aziende moderne cercano sempre più dipendenti che possano navigare attraverso contesti mutevoli con agilità e flessibilità. Questa competenza implica l’integrazione di processi cognitivi complessi, inclusi il problem solving, la regolazione emotiva e l’apprendimento esperienziale. La ricerca in psicologia organizzativa evidenzia che l’adattabilità è correlata positivamente con la resilienza, la creatività e la capacità di innovazione, rendendola una competenza chiave nel contesto lavorativo moderno.
Due dimensioni dell’adattabilità
L’adattabilità si articola in due dimensioni principali, proattiva e reattiva, ciascuna delle quali rappresenta un approccio distinto alla gestione del cambiamento e delle sfide.
Adattabilità proattiva o proattività
Questa dimensione riflette la capacità di anticipare il cambiamento. La proattività adattiva si caratterizza per azioni preventive e orientate al futuro, mirate a influenzare le circostanze future anziché reagire ad esse. Questo approccio enfatizza l’anticipazione degli scenari futuri e l’iniziativa, distinguendosi dalla semplice adattabilità passiva. La proattività adattiva può essere vista come un tratto individuale che evidenzia la flessibilità mentale e comportamentale nel riconoscere e affrontare le esigenze ambientali.
Adattabilità reattiva o duttilità
Questa dimensione, invece, si riferisce alla capacità di rispondere adeguatamente ad un cambiamento. L’adattabilità reattiva si manifesta attraverso azioni immediate e consapevoli, mirate a influenzare situazioni imminenti. Questo comportamento implica una pronta risposta alle circostanze, focalizzata sui risultati nel presente. È considerata un tratto individuale che evidenzia le variazioni personali nella flessibilità mentale e comportamentale nel riconoscere e gestire efficacemente le esigenze ambientali.
A queste due dimensioni, in realtà, se ne aggiunge una terza, l’adattabilità passiva. Questa, tuttavia, non è oggetto del nostro studio in quanto riflette l’atto di subire il cambiamento, senza alcuna competenza agita. Questa terza dimensione si riferisce a una forma di adattamento in cui l’individuo accetta e si conforma ai cambiamenti senza tentare di influenzarli o anticiparli. Questo tipo di adattabilità implica una reazione non proattiva, in cui le persone si limitano a rispondere agli eventi e alle circostanze esterne in modo adattivo ma senza iniziativa propria. In altre parole, l’individuo subisce il cambiamento piuttosto che guidarlo, mostrando una flessibilità mentale e comportamentale che permette di adeguarsi alle nuove situazioni, ma con un atteggiamento più passivo e meno orientato all’azione.
Lo studio di EggupLAB
In collaborazione con i professori Antonino Callea, Professore Associato di Psicometria, e Flavio Urbini, Ricercatore in Psicometria, dell’Università LUMSA di Roma, nonché della dottoranda industriale Elena Sofia De Benedittis, abbiamo creato e validato scientificamente un assessment volto a valutare questa importante competenza trasversale.
Dopo un attento approfondimento della letteratura scientifica in merito, abbiamo distinto i due principali contesti in cui esaminare le due dimensioni dell’adattabilità. Da una parte, quello individuale, privato, personale, di vita quotidiana, e dall’altra quello lavorativo e organizzativo. In particolare:
- Proattività individuale: si riferisce alla capacità di un individuo di prendere iniziative, assumersi la responsabilità e agire in modo proattivo per raggiungere gli obiettivi personali.
- Proattività organizzativa: si riferisce invece alla capacità dell’organizzazione di promuovere un ambiente in cui l’innovazione, il cambiamento e l’adattamento sono incoraggiati e supportati, puntando a raggiungere risultati al livello lavorativo.
- Duttilità individuale: si riferisce alla capacità di un individuo di adattarsi con flessibilità e resilienza ai cambiamenti delle circostanze situazionali e ambientali quotidiane, della vita di tutti i giorni. Ad esempio nelle relazioni interpersonali, nella risoluzione dei problemi e nella creatività.
- Duttilità organizzativa: si riferisce invece alla capacità dell’organizzazione di adattarsi in modo efficiente e efficace ai cambiamenti dell’ambiente lavorativo. Permette di affrontare con successo le sfide che si presentano, senza perdere di efficacia o coerenza.
Sulla base di questa distinzione, abbiamo creato 34 item per valutare l’adattabilità, 6 per l’apertura mentale e 8 per l’intelligenza sociale. Queste due ulteriori competenze sono strettamente correlate alla capacità di adattamento di un individuo. Da questi 48 item, abbiamo creato l’assessment sull’Adattabilità e lo abbiamo somministrato a un pool di rispondenti per testarne la validità e l’affidabilità. Il campione finale, composto da 354 rispondenti, è stato raggiunto grazie alla collaborazione attiva di tutti i membri di EggupLAB.
Che cosa ci dicono i risultati delle analisi sui dati ricavati dalla somministrazione dell’assessment al campione di riferimento?
L’analisi fattoriale confermativa che è conseguita dallo studio di EggupLAB supporta il modello di adattabilità con le quattro dimensioni precedentemente descritte. Questo conferma la validità scientifica del nostro assessment.
Se vuoi sapere più nel dettaglio i risultati raggiunti attraverso l’analisi dei dati, scarica il nostro whitepaper!