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La piramide di Dale (è una farsa?)

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La piramide dell’apprendimento di Dale è un orientamento allo studio differente, che spesso la scuola sottovaluta, basato sulla capacità dell’individuo di metabolizzare le informazioni ricevute in base al mezzo con cui vengono comunicate.

Dimmelo e lo dimenticherò. Insegnamelo e lo ricorderò. Coinvolgimi e lo imparerò.

Questa frase di Benjamin Franklin anticipa il significato della piramide di Dale.
Nel suo saggio, Audio-visual methods in teaching, Edgar Dale afferma che la qualità dell’apprendimento è influenzata dai metodi con cui avviene.

In sostanza, Dale afferma che si apprende soltanto il 10% di quello che si legge e il 20% di ciò che si ascolta, mentre guardando un video si assimilano circa il 50% delle informazioni veicolate da tale mezzo, così proseguendo fino all’optimum percentuale dato dal coinvolgimento del soggetto in attività di apprendimento che simulino esperienze reali, con un l’apice del ricordo a 2 settimane in attività di insegnamento.

I suoi studi hanno evidenziato come la nostra memoria sia profondamente influenzata dalle esperienze: la novità e l’emozione legate ad esse influenzano in modo positivo la capacità di ricordarle.

Dale studiò anche la durata dei ricordi sulla base delle esperienze fatte. Dalle sue analisi emerse la famosa “piramide” (o cono, in base alle prospettive) che riportiamo qui:

La piramide di Dale non esiste

Abbiamo fatto un po’ di ricerche su questo argomento e abbiamo notato che un interessante articolo del Washington Post rimanda a dei paper molto critici su questa idea.

Tra questi, il più specifico, è quello di Will Thailemeir, il quale spiega con precisione come e perché siano state aggiunte le percentuali.

In sostanza, la prima volta che si videro queste percentuali “fasulle” fu quando, nel 1967, un dipendente della Mobil Oil Company, scrivendo sulla rivista Film and Audio-Visual Communications, le aggiunse per fare presa sui decision maker.

Dale, infatti, non ha mai parlato di percentuali.

Da quel giorno, invece, in molti settori le percentuali cominciarono ad essere manipolate per dare un significato maggiore al concetto espresso da Dale.

Aspetta.

Non buttiamo via tutto quello che ha detto Dale solo perché non aveva aggiunto le percentuali.

Il discorso della piramide dell’apprendimento Dale, pur estraneo da percentuali, segue un principio psicologico molto valido: la Polisensorialità.

La Polisensorialità

La gradualità della piramide è correlata infatti a un coinvolgimento crescente dei sensi e delle emozioni.

Per fare un esempio pratico, non pensare a un limone:

Quando, nel momento in cui leggi, ti sto dicendo di non pensare a un limone giallo, nella tua mente già avrà preso forma.

Ora non immaginare di morderlo, non pensare assolutamente al sapore aspro del suo succo tra le gengive…

In questo momento è molto probabile che la tua salivazione sia aumentata e che tu abbia spinto la lingua contro i molari anteriori ( o che tu l’abbia passata tra le gengive).

Cosa vuol dire imparare?

Dagli studi di Kaahneman e Klain sull’efficacia dell’esperienza nel fare predizioni si può dedurre senza dubbi che nell’acquisire una determinata competenza ci sono due variabili fondamentali:

L’eterogeneità e il feedback immediato.

Prova a pensare ai giorni in cui stavi imparando ad andare in bicicletta, migliorando la tua capacità di stare in equilibrio in terreni diversi, di sterzare nelle varie curve, di frenare al momento giusto.

Il numero di variabili che hanno inciso sull’apprendimento di questa competenza è estremamente eterogeneo: salite, pendenze, angolatura della curva. Le condizioni per imparare sono perfette.

Il piacere dovuto alla capacità di mantenere l’equilibrio, infatti, o il dolore dovuto a una caduta, sono stati immediati e hanno funzionato da rinforzo sul tuo apprendimento.

Come allenare le soft skill?

I principi di apprendimento, tra cui anche quello spiegato dalla piramide dell’apprendimento di Dale, sono validi sia per le soft che per le hard skill.

Nei nostri percorsi abbiamo gradualmente introdotto degli approcci all’apprendimento delle soft skill che si basano su azioni di mantenimento dei propri punti di forza e un processo di azione migliorativa sui punti di crescita attraverso la visione di un film, la lettura di un libro o l’ascolto di una canzone.

E hanno funzionato alla grande. Per questo ci sentiamo di dire che il coinvolgimento e l’utilizzo di suggerimenti di tipo emozionale rappresentano sempre l’arma migliore per far sì che l’apprendimento vada di pari passo con un processo continuo di auto-sviluppo.


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